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    Valtènesi Chiaretto, il vino della Festa degli Innamorati

    Valtènesi Chiaretto

     

    La bevanda alcolica più antica è il vino, definito “nettare degli dei”, affonda le proprie radici in una storia millenaria. A questo proposito il Valtènesi Chiaretto che, da qualche anno, anticipa la primavera sulle tavole bresciane, non ha origini così lontane, ma ha comunque una storia da raccontare.

    Il metodo di lavorazione del Valtènesi Chiaretto ha origini davvero singolari e distanti nel tempo. Leggenda narra che sia nato da una lontana storia d’amore. Quella tra la nobildonna gardesana Amalia Brunati ed il Senatore veneziano Pompeo Molmenti. Trasferitosi in Valtènesi per seguire l’amata, il Molmenti ebbe qui la possibilità di approfondire la propria passione per il vino e la vinificazione, mettendo a frutto le conoscenze acquisite in Francia riguardo ai Rosè. Era il 1896 e nasceva così il Valtènesi Chiaretto, uno tra i primi vini italiani ad aver ottenuto il riconoscimento Doc.

    La sua composizione, conta quattro tipi di uve rosse che, insieme, creano un’esclusiva perla vinicola. Presente in alta percentuale l’autoctono Groppello, rarità enologica coltivata oramai solo sulla riva bresciana del Lago di Garda; a questa si aggiungono, come da tradizione, una piccola quantità di Barbera, Marzemino e uva Sangiovese.

    All’eccellente produzione vinicola contribuiscono anche l’arte e la sensibilità dell’uomo, che mai come in questo caso sono essenziali. Per rendere caratteristico questo vino infatti, è indispensabile un parziale contatto del mosto con le vinacce, perché è proprio da queste che si estrae il colore “petalo di rosa”, sua tipicità. L’abilità dell’uomo è particolarmente importante nel far sì che il colore non risulti carico, ma solo di un rosa delicato.

    Il Chiaretto emana delicati profumi di agrumi, frutti di bosco, albicocca e fiori di campo, accompagnati da leggeri e rinfrescanti sentori di clorofilla, mela acerba e sottilissime venature speziate (cannella e vaniglia).

    Il sapore morbido, fresco e fine, oltre alla spiccata salinità e al leggero retrogusto ammandorlato, lo rendono adatto ad un ampio ventaglio di accostamenti. Si sposa alla perfezione con piatti giovani e freschi: da salumi non eccessivamente stagionati alle formagelle dell’Alto Garda Bresciano. Eccellente se accostato ai classici piatti estivi e gustoso se abbinato a primi piatti a base di pomodoro o ai “casoncelli alla bresciana”. Prelibato con il pesce saporito e le carni bianche speziate, è ideale anche per l’antipasto o per accompagnare le verdure cotte.

    Il fenomeno Rosé, moda o vera passione, si inserisce perfettamente nell’alimentazione moderna e, nella nostra penisola, si aggiudica un posto sul podio dei vini più consumati.

    L’appuntamento con il deblocage del millesimo 2019 è fissato per il giorno di San Valentino 2020 al Museo Diocesano di Brescia

     

    deblocage Valtenesi Chiaretto

     


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