Valle Camonica
Valle Camonica – Turismo Cucina Ristoranti e Agriturismi
La Valle Camonica (o Valcamonica) è una delle valli più estese delle Alpi centrali. Si estende per circa 100 chilometri ed inizia a Corna Trentapassi (Pisogne – Lago d’Iseo) e termina al Passo del Tonale a quota a 1883 metri slm . La Valle Camonica è attraversata in tutta la sua lunghezza dall’alto corso del fiume Oglio, che nasce a Ponte di Legno, entra nel Sebino a Costa Volpino per poi uscirne a Sarnico, andando a sfociare successivamente nel Po. Gran parte della Valle Camonica è nella Provincia di Brescia ad eccezione dei comuni di Lovere, Rogno, Costa Volpino e la Val di Scalve che fanno parte della Provincia di Bergamo.
Il suo nome deriva dal termine da Camuni (in lingua latina) popolazione che anticamente abitava la valle. La Valle Camonica ospita una delle più grandi collezioni al mondo di arte rupestre preistorica (incisioni rupestri), dal 1979 patrimonio dell’UNESCO. Visitare questi luoghi equivale a tornare indietro nel tempo dal Mesolitico al Medioevo (un periodo lungo 8.000 anni).
Brescia a Tavola ha selezionato i Migliori Ristoranti, Trattorie e Agriturismi della Valcamonica; Qui troverai tutti Ristoranti, Trattorie e Agriturismi con informazioni su orari, cucina e vini e la possibilità di prenotare online. Se li vuoi selezionare per territorio guarda la mappa e clicca sui pittogrammi nella zona di interesse.
Piatto tipico
La Spongada di Breno – conosciuta anche come Focaccia Camuna o Spongada è un dolce di origine pasquale preparato in genere in occasione della Domenica delle Palme.
Qui trovi la ricetta della Spongada di Breno
Prodotto tipico
Il Fatulì è un caprino molto particolare e raro, realizzato ancora da alcuni casari con il latte crudo proveniente da una razza originaria di queste Valli: la capra bionda dell’Adamello. L’area di origine e di diffusione di questa razza autoctona alpina è da sempre rappresentata dal massiccio dell’Adamello (in particolare della Valle di Saviore) e dalla Valle Canonica.
La produzione di Fatulì tradizionale è strettamente legata all’utilizzo del latte di capra bionda, razza che in passato era presente in modo molto più consistente nel territorio per poi subire un rimescolamento genetico spesso legato alla scarsa attenzione che per anni ha caratterizzato l’allevamento caprino in alta montagna, perdendo quindi in parte le proprie caratteristiche e peculiarità. Negli ultimi anni però con il riconoscimento del rischio di estinzione, sono stati avviati vari progetti di recupero e di salvaguardia che hanno determinato un’inversione di tendenza significativa. Il Fatulì è oggi un Presidio Slow Food.