La festività di S. Antonio Abate, come tutte le feste del mondo contadino, da tempo immemorabile ha visto affiancati gli aspetti religiosi a quelli più materiali, in particolare legati al cibo.
In particolare a Calstelcovati, una tradizione locale, nata in un’epoca lontana non meglio precisabile, vuole che, nel giorno dedicato al Santo Patrono della cittadina, le famiglie si raccolgano intorno alla tavola per gustare la tipica specialità rappresentata dai Canünsèi: i classici ravioli preparati in casa il giorno precedente, ovviamente con pasta fatta a mano. Era l’anticipazione di quella che sarebbe diventata la Sagra dei Canünsèi di Castelcovati.
Attualmente la Sagra si svolge nei due fine settimana che includono la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio.
Ecco qui la ricetta
Ingredienti per 8 persone
Per la sfoglia:
1 kg di farina
7 uova
acqua
sale
Per il ripieno:
500 g di pangrattato
500 g di formaggio
grana padano grattuggiato
100 g di burro o lardo
brodo di carne prezzemolo
spezie
aglio
un cucchiaio di concentrato di pomodoro.
Per il condimento:
150 g di burro
1 rametto di salvia,
200 g di grana padano grattugiato
Preparazione
Impastate la farina e le uova, aggiungendo acqua e sale. Tirate una sfoglia non troppo sottile. Per il ripieno: soffriggete il lardo o il burro con uno spicchio d’aglio e del prezzemolo tritato sul pane e sul formaggio. Aggiungere il brodo quanto basta e poco concentrato di pomodoro per colorarlo.
Con il bordo di un bicchiere ricavate, premendolo sulla sfoglia, numerosi cerchi di pasta e nel centro di ciascuno collocate una pallina di ripieno grossa come una nocciola. Ripiegate il cerchio di pasta a metà e, con l’ausilio di una forchetta, premete per saldare il bordo semicircolare che risulterà, quindi, decorato dai segni lasciati dai denti della posata.
Lasciate asciugare i Canünsèi su un panno infarinato. Infine, fateli cuocere per circa 10 minuti in acqua salata a tegame scoperto, scolateli e conditeli con burro fuso aromatizzato alla salvia. Serviteli bollenti, spolverizzati di formaggio grattuggiato.
Se quella riportata è certamente la ricetta più diffusa e più tipica, in alcune case si prepara un ripieno che prevede la presenza di carne di vitello; in altre ancora, si aggiungono amaretti o noci tritate.
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