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    I succhi di frutta industriali: dopo la lavorazione, della frutta rimane ben poco!

    succhi di frutta industriali

     

    Durante la stagione calda uno dei principi cardine per il nostro benessere è idratarsi adeguatamente. Il suggerimento unanime è di bere almeno due litri di acqua al giorno e quando la sudorazione è copiosa anche in quantità maggiori. Se per gli adulti imporsi di bere è una buona norma da seguire, la regola diventa più difficile da far accettare ai nostri bambini.

    I succhi di frutta

    In questo caso si cerca di invogliarli a bere con una bevanda che appaghi anche la loro voglia di “qualcosa buono”. Fate però attenzione ai mille succhi di frutta colorati che vi strizzano l’occhio dagli scaffali del supermercato. Saranno sicuramente buoni e graditi ai più piccoli, ma siamo sicuri che siamo anche genuini e salutari?

    A prima vista i succhi di frutta industriali possono sembrare prodotti sani, la realtà è ben diversa.

    Il processo di lavorazione

    La frutta utilizzata per la produzione è quella di scarto e quindi di qualità peggiore. Pressata per ottenerne la polpa e addizionata di acido citrico, viene trattata a 100 gradi per pochi secondi subendo una drastica diminuzione di tutte le proprietà benefiche quali vitamine, sali ed enzimi.

    Come se non bastasse il secondo passaggio prevede di aggiungere al semilavorato così ottenuto altri ingredienti: acqua, sciroppo di saccarosio e ancora acido ascorbico e acido citrico, secondo le proporzioni che stabilisce l’azienda produttrice. Questo naturalmente vale anche per i frutti tropicali come ananas e pompelmo, per i quali il succo concentrato viene importato dai paesi produttori.

    Gli ingredienti nascosti

    Della frutta rimane ben poco: solo il contenuto calorico. Anzi, anche quello è cambiato, mentre l’acidità è nettamente aumentata (pH finale 3,7-3,9). Infine non bisogna dimenticare la presenza di alcuni ingredienti nascosti, ad esempio le sostanze chiamati chiarificanti, che servono per rendere il succo limpido e chiaro.

    Non sono in molti a sapere che spesso i chiarificanti sono a base di proteine animali, come l’albumina d’uovo, le caseine, la colla d’ossa, la colla di pesce e la gelatina. Altri chiarificanti invece sono sintetici oppure inorganici, ma la cosa peggiore è che non sono considerati ingredienti e quindi non c’è l’obbligo di riportarli in etichetta.

    In conclusione meglio evitare i succhi di frutta industriali perché hanno un contenuto di zuccheri pari o superiore a quello di qualsiasi bibita gassata, senza aver mantenuto nessuna delle proprietà benefiche della frutta da cui derivano.  In alternativa è preferibile offrire ai bambini un frutto intero, è migliore sotto tutti i punti di vista. Mantiene le proprietà nutrizionali e il contenuto di fibre che nel succo è andato irrimediabilmente perduto, inoltre è comunque un valido aiuto per mantenere una buona idratazione… e questo suggerimento vale anche per gli adulti!


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