Forse non tutti sanno che Clusane, dopo una lunga contesa con Iseo, si è aggiudicata l’ambito riconoscimento DE.CO. proprio per questa tipica ricetta.
Il marchio di Denominazione Comunale tutela le modalità di preparazione del piatto, soprattutto a favore del consumatore, che ha la certezza dell’utilizzo di materie prime scelte.
La notizia è di qualche settimana fa. Accogliendo la richiesta di 11 tra ristoratori e operatori turistici il consiglio comunale di Iseo ha finalmente attribuito il riconoscimento DE.CO. per la Tinca al Forno alla frazione iseana. La battaglia è stata lunga, ma alla fine Clusane ce l’ha fatta.
Un riconoscimento fortemente voluto dal consorzio OTC (Operatori Turistici Clusanesi) guidato dal presidente Davide Gatti e dal suo vice Mattia Marini. Dal 1977 organizzano e promuovono iniziative a favore della conoscenza del territorio, delle peculiarità gastronomiche e della Tinca al forno con polenta in particolare. A loro e soprattutto all’infaticabile e onnipresente Luigino Manessi va il merito di aver rilanciato il piatto della tradizione culinaria lacustre al centro della scenografica cena sul lungolago tenutasi lo scorso 25 giugno e alla quale hanno partecipato 500 persone.
Ora però, dopo questo importante traguardo, non ci si riposa. Al centro dei commenti che si susseguono al Porto di Clusane una nuova sfida: un incubatoio ittico per la tinca, come è stato fatto per il luccio e il coregone. Bisogna ripopolare il lago perché, come ricordano i pescatori, di tinche non ve ne sono a sufficienza, anzi scarseggiano!
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