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    L’autentico Spiedo Bresciano: a che punto siamo?

    Spiedo Bresciano autentico
    Spiedo Bresciano autentico (fonte BSNews)

     

    Partiamo dal principio. Correva l’anno 2014 quando l’applicazione di una direttiva di emanazione europea vietava la vendita dei volatili, utilizzati per la preparazione del piatto simbolo della provincia bresciana.  Un duro colpo per le tradizioni gastronomiche nostrane e per i ristoratori del territorio, molti dei quali, durante i mesi invernali, facevano dello Spiedo la portata principale, accogliendo schiere di amanti di questa gustosa preparazione.

    Dopo un paio di anni di divieto – nel 2016 – si aprì uno spiraglio: concedere ai cacciatori di “regalare” i volatili ai ristoratori, in modo da riuscire a mantenere l’originale preparazione del piatto tipico. L’idea, dell’Associazione per la difesa e la promozione della cultura rurale, si fece strada per diventare una proposta di legge regionale.

    Trascorsi sei anni da questa proposta, arriviamo al 2022 perché dal punto di vista normativo cominci ad accadere concretamente qualcosa.

    A fine aprile approda alla Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia il documento che chiede la “Valorizzazione della cultura e della tradizione lombarda dello spiedo bresciano e di altri preparati a base di selvaggina”.

    Durante  un’audizione sul tema, i consiglieri regionali hanno ascoltato il presidente della Lombardia Orientale della Fiepet Confesercenti Emilio Zanola, il vice presidente di Confartigianato Brescia Bruno Bettinsoli, il vice presidente di Fipe Confcommercio Brescia Francesca Portieri, il presidente della Federazione italiana cuochi Carlo Bresciani, i sindaci dei comuni bresciani di Serle (Giovita Sorsoli) e Gussago (Giovanni Coccoli) che hanno ottenuto la certificazione “De.Co.” (Denominazione Comunale) per il loro spiedo. 

    Se l’iter della proposta dovesse andare in porto i cacciatori potrebbero cedere a titolo gratuito a privati e ristoranti fino a 150 capi all’anno di selvaggina piccola da utilizzare per la preparazione dello spiedo bresciano e altri piatti tradizionali lombardi, nel rispetto della disciplina comunitaria e nazionale in materia di tutela e divieto di cessione per fini commerciali di determinate specie di avifauna. Il testo prevede anche un sistema di controlli per garantire la tracciabilità della selvaggina, secondo quanto stabilito dalle normative europee, ai fini di garantire la sicurezza alimentare ai consumatori. Oltre a quelle previste dalle norme statali, il progetto di legge introduce ulteriori sanzioni amministrative da 500 a 1.500 euro in caso di violazioni di quanto previsto dal testo normativo. 

    Per gli amanti e i conoscitori dello Spiedo bresciano, l’originale sapore comprende i piccoli volatili, come il piatto di “uccellini spadellati”, che spesso accompagnava le domeniche invernali nelle valli bresciane.

    L’obiettivo della legge è di normare la cessione a titolo gratuito, debitamente monitorata con apposita modulistica, da parte dei cacciatori ai consumatori finali di piccola selvaggina proveniente da attività venatoria consentita. Chissà che non si riesca a riportare in vita il tradizionale Spiedo Bresciano,  salvaguardando un elemento dell’identità di vasti territori lombardi. 


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