Vi ricordate del “pà e strinù”?
Lo strinù è una salamella, cotta alla piastra o alla brace, tipica delle Valli bresciane (Val Camonica e Val Sabbia) e bergamasche. Deriva il suo nome dal lombardo orientale strinàt, ovvero bruciato.
La particolarità sta anche negli ingredienti dell’impasto, che è composto da carne mista suina (70%) e bovina (30%) con l’aggiunta, per la concia, di sale, pepe, aglio, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e vino.
Ecco qui come deve essere cucinato per mantenere inalterate tutte le sue gustose caratteristiche.
Innanzi tutto lo strinù fresco deve essere tagliato nel senso della lunghezza e disteso sulla piastra o sulla graticola quindi portato a cottura sino alla quasi bruciatura della carne. Una volta cotto, di regola viene, mangiato in un panino, di qui pà e strinù.
Nelle feste e nelle sagre della Valle Camonica è un protagonista immancabile e, la volete sapere una curiosità? Antichi manoscritti narrano che avesse persino delle proprietà afrodisiache… è il caso di provare!