Eva e il marito Ruggero gestiscono da 21 anni la trattoria L’Ocanda, nel comune di Leno, locale accogliente e familiare con una cucina di qualità e il massimo rispetto per le materie prime.
Mi incuriosisce l’origine del nome “L’Ocanda” e chiedo ad Eva di raccontarmi come è nato.
“Inizialmente il nome del locale era locanda, senza apostrofo, ma creava confusione, la gente pensava fosse una struttura ristorativa ma anche ricettiva. Così un po’ per caso un po’ per gioco si è deciso di inserire l’apostrofo. Dopo accurate ricerche abbiamo riscontrato che L’Ocanda era un termine che non esisteva e l’abbiamo confermato per il nostro locale”.
Al nostro arrivo siamo accolti con un caloroso saluto dello staff che si presenta e ci accompagna al tavolo. L’interno del locale è tipicamente rustico arredato con tavoli e sedie in legno in modo da offrire un ambiente confortevole. Prevale un’estetica sobria e discreta senza essere troppo formale.
La mise en place è essenziale ma ben curata: tovaglia bianca in cotone coordinata con il tovagliolo, bicchieri colorati per l’acqua e in aggiunta una mini lampada di design. Eva si occupa del servizio in sala, trasmette tutto l’amore e la passione per questo lavoro dimostrando un grande impegno e molta attenzione verso il cliente.
La degustazione inizia con gli antipasti: Tortino di pane e zucca su fonduta al grana. Piatto semplice ma assai goloso che conquista subito per la sua bontà. il tortino è morbido e cremoso, ricco di sapore. La fonduta si presenta liscia e densa, dal sapore intenso che si sposa perfettamente con la zucca offrendo un piacere per il palato.
L’orto fritto in tempura è un antipasto di verdure. Croccante, dorato e leggero e non eccessivamente unto è servito ben caldo abbinato ad una generosa porzione di maionese saporita.
Si prosegue con l’assaggio del polipo caldo condito con olio evo, mandorle e olive taggiasche su letto di patata schiacciata. Il polpo è tenero, il suo sapore delicato è esaltato dall’inconfondibile gusto deciso delle olive taggiasche e l’aggiunta delle mandorle dona una piacevole croccantezza al piatto.
A seguire la cotoletta con l’osso alla milanese servita con patatine fritte e maionese. A L’Ocanda, per questo piatto, utilizzano un taglio di carne ricavato dal carrè di vitello. La cottura è perfetta, la carne risulta tenera e succosa, la panatura croccante è ben adesa alla polpa. Aromatizzata con l’aggiunta di timo, un tocco che dona un sapore leggero, gradevole, non invasivo.
La carta dei vini offre un’ampia scelta di etichette da tutto il mondo: Champagne, bollicine italiane, vini bianchi e rossi da tutta Italia, bianchi fermi esteri, birre artigianali dal birrificio Gjulia Udine. A completare l’offerta, una selezione di distillati e grappe di ottimo livello.
Assecondando i suggerimenti di Eva, abbiamo scelto una new entry, un bianco della Loira fresco, vivace, leggero, in abbinamento a tutte le portate.
Concludiamo la cena con i dolci, rigorosamente fatti in casa, ad esclusione del brownie che viene acquistato da fornitori esterni per garantire la certificazione prodotto senza glutine.
Gelato alla liquirizia corretto alla liquirizia: qui domina l’aroma netto, incisivo e persistente della pianta. Servito affogato nel liquore alla liquirizia dal contrasto dolce amaro ideale come digestivo.
Gelato al passion fruit delizioso, profumato, esotico, dal sapore dolce con una nota acidula. Un piacere irrinunciabile a fine pasto.
L’offerta nel menù è varia e comprende principalmente piatti tradizionali rivisitati.
Interessanti le proposte per il pranzo di lavoro, dove è possibile trovare i piatti del giorno decisi quotidianamente in base alla disponibilità e alla stagionalità dei prodotti, in alternativa si ha la possibilità di scegliere alcuni dei piatti fissi dal menu serale.
Trattoria L’Ocanda è un locale a conduzione familiare in cui si percepisce fin da subito l ’amore per il territorio e l’arte culinaria. Chef Ruggero, che è anche il padrone di casa – termine appropriato dato che abita al piano di sopra – sa interpretare con passione e cura la cucina tradizionale, valorizzando le materie prime dando libero sfogo alla sua creatività e fantasia.
Veronica Alboraletti