Chi non conosce il luccio, diffuso in tutto l’emisfero settentrionale del globo, dall’Italia alla Siberia, dal Canada alla Francia?
Questo pesce incredibilmente vorace è un vero predatore, tanto che si è guadagnato il soprannome di “squalo di lago”. La sua azione è in realtà estremamente preziosa per l’ecosistema, perché solitamente preferisce prede morte o malate, riequilibrando la fauna ittica e inibendo l’eccessiva proliferazione di specie infestanti.
Particolarmente difficile da pescare, si nasconde in canneti, erbai, tappeti di ninfee, aspettando quietamente di avvistare una preda. I pescatori esperti adottano la tecnica dello spinning, simulando cioè con l’esca i movimenti di una preda giovane o malata.
Molto apprezzato in cucina per il suo gusto deciso, il luccio è molto presente nella tradizione gastronomica del Po lombardo, nel triangolo fra Milano, Mantova e Brescia. Preparato in salsa, in umido, spesso con polenta costituisce ancora oggi un’ambita prelibatezza.