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    La curiosa paura delle proteine: gli Italiani colpiti da Glutenfobia

    Tipi di pane

     

    Gli esperti hanno verificato l’emergenza di una nuova curiosa fobia legata al mondo enogastronomico: si tratta della glutenfobia, che ha come oggetto ovviamente la paura del glutine. Questa sostanza è formata dall’unione di due tipi di proteine, prolammina e glutenina, presenti principalmente nei cereali come grano, frumento, farro, segale ed orzo.

    La sua principale caratteristica da un punto di vista alimentare è la capacità di conferire ad ogni impasto viscosità e compattezza, ma in quantità elevate può scatenare la celiachia che secondo le stime più recenti colpisce in Italia una persona su 100.

    In particolare, proprio questa patologia ha diffuso la convinzione che una dieta priva di glutine sia più salutare e dimagrante rispetto alla classica dieta mediterranea. Ben 2 milioni di famiglie acquistano abitualmente prodotti glutenfree, rappresentando una tendenza in crescita negli ultimi anni per ben il 31%.

    Insomma la paura del glutine ha fatto lievitare il consumo dei prodotti che ne sono privi, ma in realtà non è necessariamente vero il fatto che siano prodotti più leggeri e salutari. Difatti gli esperti sconsigliano una dieta interamente priva di glutine a chi non soffre di celiachia, ricordando che nei cereali privi di glutine (mais, miglio, sorgo, quinoa, grano saraceno, riso e amaranto per esempio) l’apporto calorico è di norma superiore.

    Chi adotta, senza averne bisogno, un regime alimentare totalmente privo di glutine potrebbe quindi essere costretto gradualmente a introdurre molti più grassi nella dieta per compensare l’apporto di carboidrati, presenti per circa il 12% nei cereali glutinati e per circa l’8% in quelli senza glutine.

    Qual è, insomma, la morale della favola?

    Innanzitutto di non lasciarsi spaventare dalle voci ricorrenti: il glutine non è un nemico dell’organismo e non siamo costretti a eliminarlo dalla dieta – tanto più che questa eliminazione potrebbe essere controproducente.

    Cerchiamo invece innanzitutto di essere informati su quel che mangiamo e poi di mantenerci, come sempre, sulla linea di moderato equilibrio, senza estremismi né allarmismi, perché come dicevano i Latini “in medio stat virtus”.


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