Andar per erbe è sempre stato, fin da bambina, stringere un legame ancestrale e quasi magico a quel prato e a quel bosco che sentivo appartenermi. Generazioni di donne, nelle valli bresciane, per secoli hanno raccolto diversi tipi di erbe selvatiche per farne piatti saporiti, infusi, decotti e unguenti.
I virzulì, termine dialettale per indicare la Silene Vulgaris, apre la raccolta delle erbe di primavera per insaporire frittate, zuppe e minestre, ma anche paste ripiene e risotti. Ottima è anche sbollentata con olio e sale o conservata sott’olio con qualche spicchio d’aglio.
Tesoro naturale, ricco di vitamine che mostra come la natura sappia regalare, dopo un lungo inverno, il giusto equilibrio al nostro corpo in un’esplosione di gusto.
Lavare con cura i verzulì. scolarli e tritarli finemente. Mettere in un tegame la metà del burro e tritare finemente la cipolla bianca e fare rosolare.
Aggiungere i verzulì e farli insaporire per 5 minuti. Mescolare con un cucchiaio di legno , salare e pepare.
Unire il riso e lasciarlo rosolare, sfumare con il vino bianco e lasciare evaporare. Aggiungere un po’ per volta il brodo di carne bollente, man mano che il riso si asciuga fino a cottura ultimata.
Quando il risotto sarà pronto aggiungere 60 grammi di formagella di Collio stagionata grattugiata e il restante burro di malga.
Mantecate il riso e lasciate riposare con il coperchio. Nel frattempo fate sciogliere la restante formaggella in una padella antiaderente e una volta raffreddata create briciole croccati da cospargere sul riso. Impiattate guarnendo con fiori di campo commestibili.
Giovanna Peli
Capriano del Colle Bianco
Consigliato da Ermes Fusari (Drink Shop)