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    Vino rosso: solo a temperatura ambiente?

    Vino rosso nel secchiello del ghiaccio

     

    Uno dei miti più assidui sul vino è che quello rosso va bevuto rigorosamente a temperatura ambiente. Guai a servirlo freddo!
    Chi l’ha detto?
    Non esiste una regola universale che dica quali vini bere freddi e quali a temperatura ambiente. Certo è che la scelta del vino richiede una certa attenzione: è bene fare i giusti abbinamenti con il cibo in tavola e se in estate la temperatura esterna è alta, gli esperti consigliano di servire un rosso tra gli 11° e i 15° C. Diversamente, per una degustazione invernale la temperatura consigliata dai sommelier è tra i 16° e i 18° C.
    Ma il vino rosso può anche essere bevuto fresco. C’è a chi piace e non è un errore né un orrore. Dipende semplicemente dal tipo di vino. Scopriamo insieme come orientarci con la giusta temperatura.

    Esiste una regola?

    C’è rosso e rosso. Se è vero che i rossi si fanno apprezzare meglio a temperatura ambiente, esistono anche dei vini rossi che si prestano ad essere gustati freschi, come quelli con note fruttate, leggermente speziati, più leggeri o più dolci, per i quali, confermano i maestri sommelier, si può usare sia il frigorifero di casa per rinfrescarli sia un secchiello con il ghiaccio come quello usato per i vini bianchi.
    Come regola generale, se proprio vogliamo trovarne una, si può dire che i rossi con una gradazione alcolica inferiore o pari al 12% possono essere tenuti in frigo e portati in tavola freschi.
    Il territorio bresciano è tra i principali produttori di vino in Lombardia e non mancano i rossi di qualità, prodotti nelle varie zone della provincia, dalle colline intorno alla città fino alle rive del lago di Garda.

    Ti piacciono i rossi bresciani?

    Iniziamo dai rossi del Garda, i “classici”: da bersi giovane il Garda Rosso e invecchiato il Garda Rosso Superiore, ottimi entrambi abbinati a piatti di carne, salumi e formaggi. Il Riviera del Garda Bresciano Chiaretto è ottenuto dalle uve rosse del Riviera rosso, vinificato per ottenere il “vino di una notte”, secondo la tradizione valtenesina, dal colore “petalo di rosa”, perfetto da bere fresco.

    Rimaniamo sui rossi e sulla sponda gardesana con il Riviera del Garda Bresciano Groppello, derivato delle uve del vitigno Groppello, coltivate sempre in Valtenesi. Sono riconosciuti tre biotipi: il Gentile, il Mocasina e il Santo Stefano. È un rosso delicato, speziato, con note piacevolmente fruttate, perfetto per accompagnare primi piatti saporiti, carne di tutti i tipi e formaggi di stagionatura media. Si può bere fresco, in estate.
    Altri rossi Doc sono il Cellatica e il Cellatica Superiore, eccellenze del territorio bresciano, prodotti sulle colline della città di Brescia e dintorni, in particolare nei comuni di Cellatica, Collebeato, Gussago e Rodengo Saiano. Sono prodotti con vitigni di uva Barbera, Marzemino e Schiava gentile. Il Cellatica Superiore è ritenuto più pregiato perché più puro. Entrambi sono perfetti, serviti a una temperatura di 16-18° C, insieme a grigliate di carne o al tradizionale spiedo bresciano.

    Il Capriano del Colle Rosso Doc (della zona di Capriano, Poncarale, Flero) ha profumi fruttati e fragranti. È un altro rosso che si degusta bene a una temperatura di 16-18 °C e sta una meraviglia con insaccati, formaggi, primi piatti con sughi di carne, secondi piatti di carni bianche, carni rosse, arrosti e grigliate.

    Il Rosso Riserva è l’eccellenza della produzione di questa zona, ottenuto dalle migliori selezioni di uve rosse vinificate e poi sottoposto a un invecchiamento di almeno 24 mesi in botti di legno.
    Infine, il Botticino e il Botticino Riserva sono rossi Doc prodotti sulle colline intorno a Brescia, nei comuni di Botticino Sera, Botticino Mattina e San Gallo. Questi vini derivano da uve provenienti da vitigni di Barbera (min. 30%), Marzemino (min. 20%), Sangiovese (min. 10%) e Schiava gentile (min. 10%).

    Ora tocca a te: ti piacciono i vini bresciani? Qual è il tuo rosso preferito?

    Francesca Gardenato


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